Ti racconto una storia, quella di Richard Branson, patron di Virgin

(tratto da: “Very Millionaire” – Salvatore Gaziano)

Richard BransonIl rendimento scolastico del giovane Richard era così mediocre da non riuscire a superare nemmeno i test di intelligenza, complice anche una forma di dislessia. Ad equilibrare tali scarsi risultati, però,  fu il suo spirito ambizioso e creativo. Uno dei primi a credere che ci fosse qualcosa di speciale in quel ragazzo fu proprio il preside che, ai genitori di Richard, era sovente ripetere: “O finirà in galera o diventerà milionario”.

Inizia la sua attività imprenditoriale all’età di 11 anni, piantando degli abeti con lo scopo di rivenderli a Natale. Purtroppo, però, un’orda di conigli rovinò la piantagione ma, senza perdersi d’animo, il giovane Branson catturò e vendette i conigli. Per la serie mai arrendersi, caratteristica che ha fatto la sua fortuna.

Prima di abbandonare la scuola all’età di 16 anni fonda lo Student Magazine, che riscuote un clamoroso successo in tutto il Regno Unito. Grazie ad un linguaggio moderno, a interviste sia a rockstar che a parlamentari, riesce ad ottenere sponsorizzazioni di rilievo. Il passo successivo era creare un nuovo business capace di sfruttare il target di pubblico che si era guadagnato. Siamo negli anni 60-70 dove la musica ribelle diventa una bandiera per tutti i giovani dell’epoca. Nasce così nel 1972 in un sottoscala di un negozio di scarpe, la Virgin, con l’obiettivo di vendere dischi e nastri di musica per corrispondenza.
In realtà l’iniziativa avrebbe dovuto chiamarsi “Slipped Disc”, ma dato che tutti i soci erano dei neofiti nel mondo del business, si optò per il marchio Virgin. L’affare procede a gonfie vele fino a quando, uno sciopero delle poste inglesi, manda in crisi l’attività. La sua reazione? Reinvestire nel settore e moltiplicare l’impegno. Acquista il suo primo negozio a Londra in Oxford Street e qualche tempo dopo crea la sua etichetta discografica, la Virgin Records. Qui Branson mette in campo la sua qualità migliore, il fiuto. Un cugino gli parla di un giovane talentuoso che nessuno volle scritturare e che invece la Virgin Records produsse. Il primo artista sotto contratto: Mike Oldfield che con il suo album di esordio (Tubular Bells – 1973) vendette oltre 10 milioni di dischi. Fu l’inizio di una serie di di produzioni che passeranno alla storia come i Sex Pistols, Phil Collins, Genesis, Bryan Ferry, i Rolling Stone, solo per citarne alcuni.

Si afferma in questo periodo il personaggio Richard Branson.
Imprenditore anticonformista capace di far parlare i media di sé, come pochi altri. Un fenomeno nel motivare e coinvolgere i suoi dipendenti, facendo accettare stipendi inferiori alla concorrenza. Lo spirito di squadra è fortissimo, tanto che tutti i dipendenti della Virgin (più di 35000) possono partecipare ai suoi party e in più con il contratto ricevono anche il numero privato dello stesso Branson che li invita a chiamare qualora avessero delle idee da proporgli.

“Se ben sapete gestire un business, allora saprete gestire qualsiasi altro”

A differenza di altri (vedi Ingav Kamprad, Ikea), Branson non ha creato nessun prodotto rivoluzionario, eppure ottiene risultati in tutti i settori in cui si cimenta. Il suo grande segreto è proprio la capacità di motivare i suoi fino ad ottenere risultati oltre le aspettative. Chi si distingue ottiene incarichi con maggior responsabilità e stipendi sempre più alti. A tutti è data una possibilità!
Ma come sappiamo la Virgin non è solo legato alla musica. Gli anni ‘80 vedono nascere società che spaziano tra l’industria aerea a quella televisiva.
E’ proprio quella aerea che rende Branson ricchissimo con il lancio nel 1984 della prima compagnia aerea low cost della storia, la Virgin Atlantic Airways. Compagnia che ruba clienti alla British Airways sfruttando un mercato molto florido e che frutta oltre un miliardo di sterline quando Branson cede il 49% alla Singapore Airlines, era il 1999.

Sebbene Branson detenga il completo controllo e la proprietà del marchio Virgin, l'impostazione commerciale delle diverse società è variegato e complesso. Spesso il gruppo viene percepito come un conglomerato, ma in realtà non è così. Ognuna delle società che operano sotto il marchio Virgin è un'entità separata, in alcuni casi interamente di proprietà di Branson, mentre in altri il fondatore detiene solo quote di minoranza. A volte, Branson concede in licenza l'uso del marchio Virgin alle società che hanno acquisito una divisione, come per esempio Virgin Music (ora di proprietà della casa discografica EMI). fonte Wikipedia
Ma nella storia di Branson e della Virgin non tutte le imprese hanno avuto successo, anzi. Numerosi sono stati i flop come la concorrenza alla Coca-Cola con le bevande Virgin Cola, o come la Virgin Trains che ha avuto risultati abbastanza deludenti.
Oggi sotto il marchio globale Virgin troviamo compagnie aeree, palestre, musica, vini, drink, servizi finanziari e assicurativi, autonoleggi, telefonia mobile, videogiochi, internet…ed altre centinaia di società.

 

“Mia madre mi ha insegnato che non bisogna mai guardarsi indietro con rimpianto, ma pensare sempre alla prossima cosa da fare. Inutile rimuginare sui propri fallimenti, meglio riversare tutte le energie in un nuovo progetto”

- Richard Branson -

 

1 commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...