I ricchi si impegnano ad essere ricchi. I poveri vogliono essere ricchi.

Tratto da: “I Segreti della mente milionaria – T. Harv Eker”

I ricchi si impegnano ad essere ricchi. I poveri vogliono essere ricchi

Se chiedessimo alla maggior parte della gente se vuole essere ricca, di sicuro la risposta sarebbe positiva. In realtà, però, non tutti vogliono essere ricchi. Sembra strano, ma nel loro subconscio c’è la convinzione che ci sia qualcosa di sbagliato nell’essere ricchi.              L’autore, durante i suoi corsi, ha chiesto ad i partecipanti quali siano i possibili aspetti negativi nell’essere ricchi, riscontrando una moltitudine di risposte differenti.

Molti pensano che raggiungere la ricchezza e perderla sarebbe un fallimento. Altri non avrebbero più la sicurezza di piacere alla gente per ciò che si è o per la loro ricchezza. Alcuni hanno paura di pagare più tasse appartenendo ad una fascia fiscale di reddito più alta. Altri ancora avrebbero il timore di essere rapinati. Molti sono convinti che la ricchezza comporti tanta fatica e tante responsabilità. E così via…

Ti racconto una storia, quella di Richard Branson, patron di Virgin

(tratto da: “Very Millionaire” – Salvatore Gaziano)

Richard BransonIl rendimento scolastico del giovane Richard era così mediocre da non riuscire a superare nemmeno i test di intelligenza, complice anche una forma di dislessia. Ad equilibrare tali scarsi risultati, però,  fu il suo spirito ambizioso e creativo. Uno dei primi a credere che ci fosse qualcosa di speciale in quel ragazzo fu proprio il preside che, ai genitori di Richard, era sovente ripetere: “O finirà in galera o diventerà milionario”.

Inizia la sua attività imprenditoriale all’età di 11 anni, piantando degli abeti con lo scopo di rivenderli a Natale. Purtroppo, però, un’orda di conigli rovinò la piantagione ma, senza perdersi d’animo, il giovane Branson catturò e vendette i conigli. Per la serie mai arrendersi, caratteristica che ha fatto la sua fortuna.

Diventare una persona di valore

(tratto da: “Abitudini da un milione di dollari” – Brian Tracy)

Diventare una persona di valoreQuasi tutto ciò che siete e diventerete è determinato dai vostri pensieri, come ho già spiegato nel post “I pensieri sono cose”. Circa il 95% di ogni cosa che pensiamo, sentiamo e facciamo, a sua volta, dipende dalle nostre abitudini. Esistono, però, buone abitudini e cattive abitudini, ma fortunatamente tutte sono apprese e quindi “apprendibili”. Le buone abitudini sono difficili da costruire, ma è facile conviverci. Le cattive abitudini, di contro, sono facili da acquisire, ma è difficile conviverci. In entrambi i casi, una volta che l’abitudine è acquisita, diventa facile ed automatica.

Dove nascono le abitudini?

L’abitudine è stata definita come “risposta condizionata ad uno stimolo”.
Gli psicologi comportamentali spiegano questo tipo di acquisizione di nuova abitudine con la sigla SBC, ovvero, Stimolo – Comportamento (behaviour) – Conseguenza. In pratica accade qualcosa nella nostra vita che stimola un pensiero o una sensazione, reagiamo comportandoci in un certo modo e sperimentiamo una certa conseguenza. Ripetendo questo processo con una certa frequenza, si acquisisce una nuova abitudine.
     Un altro tipo di abitudini si possono sviluppare dalle risposte condizionate verso

I sei bisogni umani

(tratto da: “Leader di te stesso” – Roberto Re)

i sei bisogni umaniOgni essere umano possiede valori, credenze, convinzioni, condizionamenti culturali, esperienze, informazioni e riferimenti diversi da chiunque altro, ma tutti abbiamo in comune gli stessi bisogni. Bisogni che, come spiega l’autore, le persone soddisfano in maniera differente.   I bisogni umani sono sei e si suddividono in quattro “primari”, quelli fondamentali, e due “superiori”, cioè quelli che se realizzati ci consentono una vita piena ed appagata. Vediamoli uno per uno sottolineando che non esiste una scala gerarchica.

  1. Sicurezza
    La sicurezza è uno dei quattro bisogni primari. Questo bisogno è legato all’istinto di evitare il più possibile il dolore ed avere, possibilmente, piacere. Ma questo istinto non è solo di natura “fisica”, ma anche “psicologica”. Abbiamo, cioè, la necessità di avere il controllo della situazione, di provare quello stato di certezza.
    Per soddisfare tale bisogno si possono usare veicoli positivi,

Ti racconto una storia, quella di Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea

(tratto da: “Very Millionaire – Salvatore Gaziano)

Ingvar-KampradConoscere la storia di chi è riuscito a portare i propri prodotti e/o servizi nelle case di tutto il mondo è, a mio avviso, un valido aiuto per trarne energia positiva, voglia di fare e soprattutto credere in se stessi.

Attenzione, però, la chiave di lettura di queste brevi biografie non è tanto la ricchezza, espressa in quantità di soldi, bensì la loro capacità di perseguire un obiettivo senza mollare mai la presa, pensando ed agendo “fuori dagli schemi”.

Determinazione. Basterebbe questo sostantivo per riassumere la storia di Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea.
Nella contea di Smaland, il giovane Kamprad decise di avviare a 17 anni la sua attività di consegna fiammiferi, accendini, cornici, penne, biglietti di Natale per corrispondenza. Il capitale di partenza era un premio donatogli dal padre per aver preso dei buoni voti a scuola. Padre che, però, non vedeva un futuro per il figlio pigro e gli ripeteva in continuazione: “Non combinerai mai niente nella vita!”. Il nonno suicida perché non riusciva a far fronte ai debiti e la nonna che riesce ad evitare la bancarotta impegnandosi completamente nell’attività della fattoria.